4 Gennaio 1606
I primi giorni di gennaio del 1606 il capitano nobile Ferdinando di Castelrotto per il Baron Sigismondo di Welsperg fa pubblicare, per mezzo dell'ufficiale banditore Giampietro Simeone, sulla piazza del mercato di Fiera, fra una folla di gente, il seguente proclama: "Si fa intendere che tutti quelli i quali fanno pane per vendere in questa jurisdizione del Primiero lo debbino far al pretio de troni tre in staro della segala, acciò che venendo l'occasione di pesare il pane sia limitato con onestate li suo pretio, e questo sotto pena arbitraria di sua magnificienza et deputati da essere applicada alla camera fiscal del Castello della Pietra di Primiero". Sull'argomento del pane dovevano essere incorsi degli abusi circa la cottura e il peso, perché un anno prima il vicario Michele Mollerano con il consenso degli onorandi marzoli ordinava "a tutti gli hosti e bettolieri e panettieri di Primiero che tutti quelli che intendono per l'avenire far pane da vendere, o per uso delle ostarie o in altra maniera debano fare il pane de formento ben cotto de fiore, in ragion de quattro once e mezza al carentan (dieci carentani un tron) e che tutto il pane di formento come anco quello de segale debba esser fatto da un carentan l'uno e non da doi carentani, et questo sotto pena di lire quindeci de marano da incorersi ogni volta.... Ed di perdere il pane da essere diviso a poveri ". A onor del vero, il pane nelle nostre zone, era stato sempre scarso, dato che le granaglie in Valle rendevano poco, solo erano sufficienti per i più ricchi possidenti del terreno coltivabile. Con il diffondersi in zona del granoturco si ebbe una maggiore disponibilità di pane. Si cuoceva in forni casalinghi, all'inizio forse anche nello stesso fornel a musat; in seguito qualche uomo o donna, improvvisatisi fornai, venivano pagati con una percentuale del pane preparato o con legna per il forno stesso o in denaro. Il pane di granoturco era piuttosto pesante e con la crosta molto dura, ma d'inverno, quando si uccidevano i maiali e le donne fondevano il lardo in strutto, nel pentolone venivano a galla briciole di carne magra, che si chiamavano fritole. Si pescavano nello strutto con la s-ciumarola e si portavano al fornaio: il pane di mais con le fritole era una leccornia. L'alimentazione del nostro passato era carente soprattutto della vitamina pp e della vitamina b1 contenute anche nel lievito di pane.
Verso il 1910 l'amministrazione austriaca, visto l'insorgere di sempre più frequenti casi di "pellagra", cercò di diffonderne in valle il consumo del pane di frumento.
Fece costruire a Fiera, Canal San Bovo e Mis moderni panifici che producevano un pane leggero, eccellente ed a prezzo molto limitato.
Lo si fece per combattere il diffondersi della terribile malattia che indeboliva il fisico e, nei casi più gravi, portava addirittura alla paralisi.
Nel frattempo scoppiò la guerra 1914-18, ma ormai l'uso del pane era penetrato e fu rinsaldato dalle pagnoche dell'esercito italiano.
Il pane però fu ancora a lungo ritenuto un alimento di lusso; lo fanno capire anche molti modi di dire, tra cui: magnar pan sut - pan e lat magnar de gat - pan e nos magnar de spos - bon fa 'l pan; e altri.
Se in qualche raro caso accadeva che in casa ce ne fosse di raffermo, eccolo subito usato non solo per la famosa panàda, ma per gli gnocchi o per i canederli, probabilmente questi penetrati dall'Alto Adige e qui diventati famosi quelli al burro.
Con il pane si preparava anche un piatto gustoso ed appetitoso che si allestiva però soprattutto per le sue proprietà terapeutiche: el pan fris...,cioè fette di pane tostate per bene su la plota de 'l spoler, spruzzate di olio buono, bagnate di vino rosso e cosparse di zucchero, gli si attribuivano proprietà astringenti miracolose.
4 Gennaio 1807
In questo periodo scompare la tradizionale organizzazione comunitaria e vengono stabilite le fondamenta del Comune politico ed amministrativo moderno. Con la legge del 4 gennaio 1807 del Governo Bavarese venne stabilito che: “Noi (Massimiliano Giuseppe) ci siamo fatti rassegnare un rapporto circostanziato sopra le costituzioni delle cosiddette Regolanerie maggiori e minori, che in alcuni contorni del Tirolo Meridionale formano una specie di istanza intermedia, ed ordiniamo col presente che debbano essere totalmente ed assolutamente abolite queste istituzioni anomale, incompatibili con le nuove organizzazioni dei giudizi distrettuali, come con qualunque altra regolare amministrazione di giustizia e di polizia. All’incontro sono da stabilirsi pure anche in questi Distretti del Tirolo i Capi di Ville, e sono loro da assegnarsi le incombenze fissate per questi Capi coll’ordine generale del 24 marzo 1802”4 Gennaio 1813
Canal San Bovo viene eletto a parrocchia con decreto datato 4 gennaio 1813 con tre curazie da essa dipendenti. Fin dal secolo XIV, secondo un documento conservato nell'archivio della canonica di Canale, era stata eretta a curazia dipendente da Pieve. Il primo parroco sarà don Michele Menapace, che prenderà possesso della nuova parrocchia il 15 agosto dello stesso anno. Ronco verrà elevata a parrocchia l'14 maggio 1919, Caoria l’11 maggio 1942, Zortea il 10 febbraio 1943 infine Prade verrà elevata a parrocchia il 1° settembre dello stesso anno 1943.