6 Novembre 1917
Novembre 1917 Le truppe italiane, dopo la disfatta di Caporetto, iniziano la ritirata abbandonando le postazioni sul Colbricon e sul Rolle, giungendo a San Martino. Le truppe austriache passano all’offensiva con l’inseguimento dell’esercito italiano. Le truppe austriache hanno il compito di scendere nella valle del Vanoi, attraverso Caoria, e nel Primiero, attraverso il Rolle. Il 6 novembre, un piccolo reparto giunge a Fiera, mentre altre due compagnie di Kaiserschutzen arrivano a Caoria. Il giorno successivo gli austriaci raggiungono Mezzano e Canal San Bovo. Gli italiani rinforzano le truppe sulle cime Vederna, Totoga e Remitte al fine di arrestare l’avanzata e consentire alle loro truppe del Cadore di raggiungere il Grappa e il Piave e non rimanere chiuse in una sacca. Ai Kaiserschutzen spetta il compito di assaltare le postazioni sulla Vederna dalla quale gli italiani dominano la valle del Vanoi fino al Cauriol e quella del Primiero fino a Tonadico. La difesa del monte Vederna cede nella notte del 10 novembre. I soldati austriaci hanno raggiunto la cima, attraverso un sentiero quasi impraticabile, aiutati da alcuni abitanti della valle. Prima avevano conquistato la cima Totoga. Ritirandosi dalla valle gli italiani fanno saltare la centrale elettrica della Viesa, gli impianti delle miniere di Pralongo, il panificio di Canal San Bovo, il ponte sul torrente Vanoi e un tratto di strada presso Pontet, non impedendo, però, agli austriaci di arrivare lo stesso giorno a Zorzoi. Nei giorni successivi gli austriaci raggiungono Fonzaso.6 Novembre 1918
La notizia della fine della guerra creò non poco scompiglio nelle Valli del Vanoi e Primiero, la nostra conca aveva l'aspetto di un enorme accampamento pullulante di carri, cavalli e animali vaganti; ed il 26^ corpo d'armata austriaco, forte di 10 mila uomini, non poteva ormai fare altro che seguire le norme fissate dall'armistizio di due giorni prima, ed arrendersi.
Le truppe austriache, abbandonato il materiale bellico, non cercavano altro che di evitare la prigionia; ma ciò nonostante si dettero a saccheggi inutili, come a Mezzano, e la popolazione visse delle ore di ansia grave.
Non mancò anche un ridicolo tentativo di resistenza al ponte di Siror, che fu stroncato nella notte fra il 4 e il 5 novembre.
A comandare il presidio di zona fu scelto il colonnello roggero del 43^ reggimento di fanteria, mentre quale commissario civile veniva nominato Giuseppe Varola, che si preoccupò di mantenere l'ordine nei vari comuni.