9 Aprile 1902
Avvenne il furioso incendio della Rivetta, annunciato da tutte le campane di sora pieu, proprio mentre il suolo era tutto scavato per deporvi i tubi dell'acquedotto, in legno di pino, lunghi quattro metri.
Era uno dei primi acquedotti della valle.
Il lavoro della foratura veniva fatto sulla piazza dell'albergo Orsingher a Fiera da esperti artigiani locali, con lunghe trivelle.
In quell'anno nella Rivetta, contrada notissima, nel lato meridionale ospitava una grande quantità di legname, a ridosso delle mura di case decadenti, ed esso contribuì ad aumentare le proporzioni delle fiamme.
Durante la notte, verso le 10, fu notata una colonna di fumo salire dal tetto di una casa attigua al palazzo Piazza, venne dato l'allarme e la gente iniziò ad accorrere.
Leggiamo alcuni passi, della relazione fatta dal prof.
Don g. Battista Musner, al tempo studente universitario, e poi cappellano di Fiera:
"Anche dalle ville al bagliore del fuoco e al richiamo delle campane confluirono volonterosi, ma le fiamme più rapide, quasi sospinte da una forza occulta, s'erano impadronite dei tetti vicini e in un batter d'occhio l'incendio aveva prese dimensioni spaventevoli.
I primi arrivati si precipitarono nelle abitazioni a portar in salvo i vecchi e i bambini.
In mezzo al crepitar delle fiamme, allo scrosciar delle travi, al martellar delle campane, saliva il grido concitato dei pompieri e quello straziante delle gente inebetita.
Accorsero tutte le autorità, anche dai paesi vicini, accompagnate da persone robuste colle pompe di spegnimento.
Ma l'acqua mancava e bisognò derivarla dal Cismon, s'improvvisarono catene con secchie e tutto si tentò, ma la distruzione avanzava irresistibile.
Si dovette pensare all'isolamento abbattendo tetti e travature per sottrarre l'esca alle fiamme e alla difesa preventiva di parecchi edifici e così la rovina fu circoscritta: verso le due del mattino il fuoco poté essere localizzato".
L'intera Rivetta, fino alla casa Goldwurm, Weiss, alla "osteria al mercato" sullo stradone, era diventata un campo orribile di fango e fuoco, in cui anche due donne trovarono la morte e 40 famiglie perdettero tutto.
9 Aprile 1924
In un paese da poco uscito dal primo conflitto mondiale e da qualche anno entrato a far parte del Regno d'Italia furono indette le nuove elezioni al parlamento.
E fu subito "conflitto" tra gli appartenenti alla nuova corrente politica, la lista nazionale, ed i fascisti.
I primi ebbero uno scarso successo nonostante le promesse di abolizione delle tasse per il 1925, la spartizione immediata dei fondi del priorato di San Martino e un contributo provinciale per l'acquedotto di Tonadico e San Martino.
Gli esponenti del fascismo misero in atto una massiccia campagna denigratoria nei confronti di quelli della lista nazionale.
La nostra popolazione nonostante promesse, lusinghe nonché minacce e pressioni non si lasciò tentare e incantare più di tanto...purtroppo in poco tempo la corrente fascista riuscì ad avere il sopravvento sulla nuova corrente politica della lista nazionale, e addirittura a prevaricare dopo il discorso del 3 gennaio 1925 che annunciava un blocco di leggi restrittive, la soppressione della libertà di stampa, di riunione e di associazione.
Da allora le Valli di Primiero-Vanoi vennero controllate direttamente dalle autorità fasciste con a capo un segretario politico, controllato a sua volta da un ispettore di zona, che vigilava sulle diverse organizzazioni dipendenti dal partito.
Il regime fascista venne a cadere con l'entrata in guerra dell'Italia nel secondo conflitto mondiale.