16 Ottobre
I dintorni dei nostri paesi sono disseminati di "capitei" eretti lungo le mulattiere che conducono ai masi, nei luoghi di sosta e in quelli pericolosi o dove avvenne qualche disgrazia, nei crocicchi o casolari, dove costituivano un ritrovo per la preghiera.
Sono testimonianza di una devozione profonda per i Santi protettori, adempimento di voti espressi in un momento cruciale della vita o durante una malattia o una guerra.
Spontanei ringraziamenti per grazie ricevute.
Sono semplici e piccole costruzioni quadrate, a volte esagonali più o meno elaborate a seconda delle disponibilità del costruttore.
Sono chiamati con il nome del Santo a cui sono dedicati o con quello della località in cui si trovano o dello scopo con cui furono innalzati.
Ad Imer il capitello più vecchio del paese è quello eretto nel centro dell'abitato fra via Salesà e via Nazionale.
Costruito nel 1700 circa venne restaurato nel 1869 all'interno sulla parete di fondo una pittura dell'Immacolata, ai lati della nicchia San Giuseppe e San Silvestro, nel corso del 1991 ha subito un restauro conservativo.
Altro capitello a Coladina a nord-ovest del paese dedicato alla Madonna di Pompei presenta il tetto in pietra.
Un capitello costruito verso il 1700 in località Vignole ora demolito era dedicato a San Rocco.
Di racconto che in quel periodo a Mezzano infuriasse la peste e che quelli di Imer vennero risparmiati da questa calamità. In seguito la statua di San Rocco venne sostituita da una tela raffigurante la Madonna del Carmine.
Un capitello esisteva da data immemorabile sul sagrato della chiesa dedicato a San Giovanni Nepomuceno protettore delle acque dopo le inondazioni che sommersero varie case lungo il rivo San Pietro e in modo particolare in località Lisandri.
Nel 1937 fu demolito e nel 59 costruirono una nicchia a levante della sagrestia con la statua di San Giovanni.
Il più noto di tutti è il "capitel della pausa" sulla strada della Vederna costruito nel 1913 in sostituzione del vecchio cadente.
Mentre la grotta di Lourdes sulla strada della Gobbera venne realizzata nel 1914, le statue della Madonna e di Bernardetta furono posate nell'ottobre di quell'anno, ma in una notte del 1925 in seguito a controversie alcune persone della frazione portarono le statue a Masi.
In seguito a proteste tutto fu riportato al suo posto.
Nel 1950 fu costruito un capitello nel Bus del Rizol dedicato a San Antonio di Padova ed una nel centro della frazione di Masi dedicato al Sacro Cuore di Gesù. Una grotta di Lourdes esiste a Pontet.
E un altro capitello si trova in località Busarello costruito nel 1959. Negli anni 80 due sono i nuovi capitelli, il primo sulla strada delle Vederne che parte da Pontet realizzato da Rino Doff Sotta e l'altro presso l'aia di San Pietro vicino a Malga Agnerola a cura della vedova Rigoni.
16 Ottobre 1728
In questo giorno il capitano Ferdinando Leporini scriveva nel suo palazzo in Chiarofonte la seguente relazione: "Dio ha voluto castigare la giurisdizione di Primiero con una orribile inondatione in maniera che le stradde sono tutte ruinate con tutti i ponti, eccettuato quello di Canale, che vi vorrà del tempo e qualche migliara di fiorini per rimetterli.
Che il Cismone fatosi alveo per mezzo i luoghi del Belder e gettato per terra il riparo dei poppi andò per le chiesure del Gilli, toccando ancora un poco il Brolo e luoghi serrati questo anno, che il campo de Meneghetti di mia ragione, poi voltatosi contro li fossi vi fece una mezaluna soto la siega, avendosi in tempo riparato la siega, calchera e legna rimasta in salvo.
Ancor la peschiera non fu molestata, benché Fieramente minacciata.
L'acqua de canali venuta giù per le case dei berteli ruinò qualche parte delle medeme, ne portò via i luoghi a quelle vicini, poi ha rotto giù per le sue chiesure e messo in gran consternatione la sua casa si che s'ha dovuto con suoi salvarsi a Tonadigo, essendosi però per specialissima grazia di Dio preservata, essendosi rivoltato nel suo getto senza danno suo memorabile, né del forno.
Il forno però, essendosi rotta la rosta di tutti gli edifici, s'è fermato.
Anche la cava del ferro ha sentito l'umidità. La Fiera anco fu in gran pericolo, essendo venuto un ramo di acqua per S. Francesco, che portò una trutta in piazza.
Giù per Mezzano fu portata via una siega e campi con dentro una quantità considerevole di sorgo.
Anco il pallazzo a San Martino fu in pericolo, essendosi gonfiata nell'acquetta che cavò sotto le fondamenta della torricella, tutti i ripari conquassati etc".
16 Ottobre 1866
Dopo le vicende belliche del 1866 la direzione provinciale di finanza di Innsbruck, con suo decreto del 16 ottobre 1866, istituiva fra i nuovi uffici doganali, "la ricevitoria di II classe a Pontet, sulla strada che da Fonzaso conduce in località Pontet.
Il nuovo ufficio sorgeva nei pressi della vecchia bastia demolita; ma, pur avendo assunto ufficialmente il nome di "dogana internazionale di Montecroce esso mantenne nella parlata popolare l'antico nome di Pontet.
Infatti, sul finire del maggio 1866, il popolo di Primiero aveva deliberato che all'importante stazione di Pontet venga imposto il nome di Montecroce come riconoscimento dei meriti del consigliere Sartori, che tanto si era adoperato per la realizzazione della strada.