27 Febbraio
Nel catalogo della mostra dell'emigrazione a cura del "Museo degli usi e costumi della gente trentina", si afferma: "L'immigrazione trentina verso gli Usa inizia nel 1870. Il primo insediamento Trentino ebbe luogo negli anni 1870-1890 nella regione carbonifera di antracite nella zona di Hazleton in Pennsylvania".
Verso questa regione infatti, dal 1885 in poi, affluirono numerosi anche i Primierotti, proseguiti poi presto verso il Kansas e l'Illinois.
La ricerca continua: "l'esodo continuò ancora più veloce allorché nel 1883 prese piede la propaganda eseguita dalla società di colonizzazione tirolese e italiana, presieduta dall'oriundo trentino Antonio Gasteri". Questa società aveva acquistato da una compagnia ferroviaria americana una vasta estensione di 50490 acri, pari a circa 170 miglia quadrate lungo la strada ferroviaria vicina alla città di Iudsonia tra St. Louis del Missouri e Little Rock nello stato dell'Arkansas.
Per il contratto stipulato tra la società di colonizzazione e la compagnia della strada ferroviaria, il trasporto in ferrovia da New York a St. Louis costava 250 lire per ogni persona adulta e 125 per ogni ragazzo sotto gli 11 anni.
Chi si era portato qualche risparmio da casa e aveva un po' di coraggio, poteva acquistare dei terreni il cui prezzo, secondo l'ubicazione e la fertilità, variava dai 5 ai 15 dollari all'acro.
Calcolando che a quel tempo un dollaro valeva 5 lire, si trattava senza dubbio di un'offerta vantaggiosa, infatti un ettaro veniva a costare dalle 61 alle 185 lire.
In più il pagamento era dilazionato in dieci rate annuali da iniziare tre anni dopo l'acquisto.
La legge statunitense inoltre facilitava l'emigrante integrandolo nei suoi diritti, infatti:"chi si recava negli Usa e vi si stabiliva, automaticamente diventava cittadino dello Stato e riconosciuto come tale dalla legge".
L'Austria cercò di frenare il diffondersi delle proposte della società di colonizzazione tirolese italiana, emanando circolari ai comuni ed al clero, assicurando negativa l'esperienza migratoria e raccomandando di dissuaderla; stabilì anche punizioni severe per i procacciatori.
Ciononostante è evidente che facilitazioni di questo genere attirarono l'interesse di molti.
Ci fu un continuo imbarco di emigranti, come nelle altre Valli anche nel Primiero, e Vanoi, i quali però in gran parte, dato che l'Arkansas in realtà non offriva grandi e sicure possibilità di sviluppo agricolo, finirono in prevalenza col lavorare nelle miniere di carbone, rame e oro della Pennsylvania, del Kansas, del Colorado, e qualcuno si trasferì in qualche stato limitrofo quale coltivatore o allevatore, per esempio nell'Oklaoma nell'Illinois e nel Missuri.
Dunque, all'inizio degli anni 80 e, dopo lo storico An de la Brentana ovvero la spaventosa alluvione del 1882, l'esodo primierotto oltre oceano si spostò dall'America del Sud verso gli Usa.
In genere, proprio le prime, furono le emigrazioni che divennero permanenti, in particolare quelle dei nuclei familiari, cioè di gruppi di fratelli e degli sposi.
Gli altri in genere emigravano per tentare un po' di fortuna, ma con l'intenzione di rimpatriare dopo qualche anno, non appena il risparmio fosse diventato un po' consistente.
In seguito questi temporanei aumentarono e diventò frequente il caso che qualcuno attraversasse più volte il non più ignoto atlantico.