Si paga per il semplice fatto di possedere l'apparecchio.
Liberarsene sembra impossibile. Ma se avete deciso di vivere senza Tv,
ecco come fare
Disdire il canone Rai
è possibile. Infatti la legge prevede alcune ipotesi in cui
l'utente/contribuente può evitare di pagare il tributo all'erario.
Vediamo in quali casi e che tipo di procedura va seguita.
Paghi anche se non l'accendi
All'erario
importa poco che la vostra decisione di non pagare il canone Rai sia
frutto di una consapevole obiezione di coscienza piuttosto che della
semplice e diffusa tendenza a sfuggire i tributi: sarete in ogni caso
trattati alla stregua di un evasore fiscale. Infatti quello che
comunemente chiamiamo canone è a tutti gli effetti un'imposta e non un
corrispettivo per un servizio ricevuto. Al di là della differenza
teorica tra imposta e tassa, questo significa che per la legge il canone
va pagato per il semplice possesso di un televisore e
indipendentemente dall'uso che di tale televisore si fa. Lo ha
definitivamente stabilito la Corte costituzionale affermando che il
canone è dovuto "non più in relazione alla possibilità effettiva per il
singolo utente di usufruire del servizio pubblico radiotelevisivo (...),
ma sul presupposto della sua riconducibilità ad una manifestazione,
ragionevolmente individuata, di capacità contributiva", cioè il possesso
dell'apparecchio. Come dire: devi pagare anche se non guardi la Rai o
se il televisore lo usi solo come schermo per i videogame.
Chi non paga è soggetto a una sanzione amministrativa,
che in questo caso può arrivare a 620 euro. Se si tratta di una scelta
ideologica e siete disposti a condurre la vostra battaglia privata
contro il canone, potreste anche avventurarvi in un lungo contenzioso
con il fisco.
Se il televisore viene venduto o rubato
In
questo caso occorre inviare una lettera di disdetta dell’abbonamento
Rai per raccomandata a.r. (con avviso di ricevimento) al seguente
indirizzo:
Agenzia delle Entrate - 1° Ufficio di Torino
S.A.T - Sportello Abbonamenti Tv
Casella postale 22 - 10121 Torino
allegando rispettivamente le generalità e l’indirizzo dell’acquirente o la denuncia di furto.
Se non volete più utilizzare il televisore
Può succedere che si colga l'occasione di un guasto all'apparecchio per liberarsi della Tv. Occorre allora richiedere il “suggellamento”
dell’apparecchio. Questa operazione comporta anche il versamento di
5,16 euro (le vecchie 10.000 lire) con un vaglia postale (attenzione:
vaglia, non conto corrente) allo stesso indirizzo sopra riportato.
Potete poi procedere in due modi:
- se non avete il libretto di
abbonamento, indicate nel vaglia la seguente causale: “per disdetta
dell’abbonamento n. .... e conseguente richiesta di suggellamento” e
spedite la ricevuta con raccomandata a.r. assieme alla lettera di
disdetta;
- se avete il libretto di abbonamento, compilate la
cartolina D (o B nei libretti più recenti) con l’intestazione “Denuncia
di cessazione dell’abbonamento Tv”, barrando la casella 2 (richiesta di
suggellamento) e riportando negli spazi bianchi il numero del vaglia e
la data del versamento (oppure allegando la ricevuta del vaglia).
Spedite sempre con raccomandata a.r.
Conservate sempre una fotocopia
fronte/retro della cartolina o della lettera di disdetta, più la
ricevuta del vaglia per l’utente.
In risposta a questa richiesta,
potreste ricevere, in teoria, la visita di un funzionario Rai che
infilerà il vostro televisore in un sacco e lo chiuderà con un
inviolabile sigillo del Ministero, lasciandovi in soggiorno un singolare
e ingombrante soprammobile. Ma state tranquilli, il rischio che ciò
accada è molto remoto: la procedura di suggellamento infatti non viene
mai messa in atto nella pratica.
Se il televisore viene buttato via
La procedura più comoda per liberarsi della Tv è comunque quella di rottamare
l’apparecchio, facendolo prelevare dal servizio di ritiro rifiuti
ingombranti della propria città o portandolo in una delle piattaforme
ecologiche presenti sul territorio, e facendosi rilasciare una ricevuta
di rottamazione.
In alternativa, si può dichiarare al SAT di aver
regalato il televisore (tecnicamente di averlo “ceduto in comodato”) a
un amico che sia già titolare di un abbonamento Rai, del quale occorre
comunicare le generalità e l'indirizzo. La procedura non è “codificata”,
ma poggia sulla norma (art. 27, comma 2, della legge 223/90) secondo
cui il canone va pagato solo per il primo apparecchio; quindi se si
posseggono più televisori (anche nella seconda casa, ad esempio) non è
dovuta alcuna imposta aggiuntiva.
Disdetta, con la Rai una "missione impossibile"
Una
piccola nota conclusiva: se cercate sul sito della Rai queste
indicazioni, o anche solo la procedura “ufficiale” per la disdetta del
canone, non le troverete. Abbondano i dettagli sull’apertura
dell’abbonamento, le variazioni e gli obblighi connessi, ma c’è ben poco
sulla facoltà di disdetta, che parrebbe contemplata solo in casi
estremi come morte, trasferimento all’estero o in casa di riposo
(sic!). E’ comprensibile che un salumiere non dia istruzioni su come
diventare vegetariani, ma un servizio pubblico dovrebbe fornire
informazioni complete anche a chi decide di “andarsene”.
di Redazione
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