Sommario

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  • 17/01/2025 14:23 Tremonti: «Con il secondo Trump ci sarà una nuova, forte deregulation» - Il Sole 24 Ore premium
  • 17/01/2025 15:24 Come funziona la nuova rateizzazione delle cartelle? Le risposte nella guida delle Entrate - Informazione Fiscale
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venerdì 17 gennaio 2025
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Ammontano mediamente a 800 ogni anno gli investimenti di animali selvatici in Trentino, nella stragrande maggioranza ungulati. Se in passato la Provincia indennizzava direttamente i danni cagionati dalla fauna selvatica, il sistema è cambiato a fronte di una spesa annua di oltre un milione di euro divenuta ormai insostenibile. È di oggi la notizia che la Provincia è stata sconfitta in giudizio d’appello da un automobilista che nel 2013 aveva investito un cervo in Valle del Chiese, subendo danni per oltre 17 mila euro. Il giudice ha stabilito che in punti dove il passaggio di animali è massiccio non basta segnalarne la presenza con l’apposita segnaletica ma serve mettere in campo anche altri sistemi di dissuasione in modo da ridurre il rischio per gli automobilisti e gli animali stessi. In conseguenza di ciò la Provincia è stata condannata a pagare metà delle spese di sistemazione dell’automezzo danneggiato nell’urto con l’animale.

Detto che la sentenza non fa una grinza, in un territorio come il nostro il tema è di grande attualità. Me ne sono occupato tramite un ordine del giorno attualmente all’esame di ammissibilità da parte degli uffici provinciali. È un fatto che servano nuove e più approfondite verifiche sui punti di attraversamento degli animali selvatici. Per fortuna oggi esiste anche la tecnologia per verificarli ed è pure stata messa appunto in Trentino, dai ricercatori del Dipartimento di Ingegneria e Scienza dell’Informazione dell’Università di Trento nell’ambito del progetto MARGINE. Grazie ad essa potremmo rilevare i dati reali relativi agli attraversamenti di fauna selvatica sulle strade provinciali (video) e di aggiornare in maniera adeguata le mappe di rischio e le conseguenti misure di prevenzione. La mia proposta va proprio in questa direzione, e auspico che possa essere presto fatta propria dall’intero consiglio provinciale in modo da garantire la sicurezza degli automobilisti al tempo stesso preservando la vita della fauna selvatica. Segue versione integrale della proposta di ordine del giorno:

Proposta di ordine del giorno del 9 aprile 2019 n.1/10/XVI

“Divulgazione di informazioni agli automobilisti in ordine agli investimenti di fauna selvatica” collegata al Disegno di legge 25 febbraio 2019, n. 10 “Modificazioni della legge provinciale sulla caccia 1991”

L’Ufficio Faunistico del Servizio Foreste e fauna ha la competenza di gestire la raccolta dei dati relativi al rinvenimento e all’abbattimento fortuito della fauna selvatica ai sensi dell’art.26 della Legge provinciale 9 dicembre 1991, n. 24 “Norme per la protezione della fauna selvatica e per l’esercizio della caccia”;

a tal riguardo si rileva il fatto che in caso di rinvenimento di fauna selvatica morta, malata o ferita il personale addetto alla vigilanza venatoria, cioè la Stazione forestale competente per territorio o il guardiacaccia, deve essere avvisato entro 24 ore (mappa investimenti 2015); negli ultimi dieci anni il numero delle comunicazioni in merito all’investimento di animali selvatici sulle strade trentine ha avuto un andamento piuttosto regolare per quanto riguarda il totale dei capi investiti ma un trend in aumento per quanto riguarda gli ungulati (vedi tabella allegata); solo nel 2018 è stato comunicato alle autorità l’investimento di 584 caprioli, 218 cervi e 9 cinghiali. Significativo anche il numero di comunicazioni per l’investimento di tassi e di volpi, rispettivamente 49 e 34; l’investimento di un animale selvatico comporta danni sia agli equilibri della fauna in generale ma anche all’uomo considerato che in non pochi casi gli incidenti generati dall’attraversamento degli animali selvatici hanno effetti mortali o comportano disfunzioni permanenti ai conducenti dei veicoli o ai loro passeggeri. Tale constatazione, peraltro, non considera i danni alle automobili, al netto del fatto che la copertura assicurativa per gli investimenti della fauna selvatica è stata cancellata dalla Provincia negli anni scorsi, il che rappresenta un costo economico che va ad aggiungersi a quelli ambientale e sociale previamente descritti; tutte le direttrici stradali sono sostanzialmente interessate dal fenomeno degli attraversamenti della fauna selvatica ma vi sono tratti particolarmente pericolosi che danno luogo ad un numero di episodi particolarmente elevato. Si pensi ad esempio agli investimenti sulla SS47 tra Strigno e Grigno o alla SS237 del Caffaro nel tratto compreso tra Storo e Cimego. Tuttavia, anche nelle strade meno trafficate il fenomeno determina situazioni di alto rischio. E’ infatti vero che gli incidenti su tali direttrici stradali sono minori in termini numerici ma ciò avviene per il semplice fatto che sulle strade delle valli periferiche transitano meno veicoli, non certo perché non vi siano animali che attraversano le strade; per ovvie ragioni il fenomeno degli attraversamenti è particolarmente grave nelle ore notturne, periodo temporale entro il quale si registra la quasi totalità dei casi. Questa circostanza rende inoltre più gravi gli effetti degli incidenti visto che, in ragione di un traffico veicolare più fluido e meno intenso, le velocità raggiunte dagli automobilisti tendono ad essere più accentuate; va inoltre rilevato che non tutti gli investimenti vengono comunicati alle autorità preposte. Le motivazioni di tale mancanza sono molteplici: per lievi impatti con veicoli o camion i conducenti decidono di non fermarsi a verificare quanto accaduto e di non segnalarlo pur determinando tali eventi delle morti distanti nel tempo e nel luogo rispetto al luogo dell’impatto; in altri casi non tutti i conducenti sono correttamente informati circa le modalità di comunicazione degli investimenti;

in alcune aree del Trentino si è proceduto con la progettazione e la costruzione di sottopassi dedicati al passaggio degli ungulati ma in altre, meno fortunate, tali interventi non sono stati né previsti né realizzati. E’ quindi necessario procedere con una strategia di più ampio respiro che non consideri solo interventi infrastrutturali al fine di ridurre i rischi per la fauna e per la salute degli umani;

il Centro di Ricerca ELEDIA (http://www.eledia.org/) è una rete internazionale di laboratori di ricerca, di cui uno situato anche presso l’Università di Trento, Dipartimento di Ingegneria e Scienza dell’Informazione, che affronta attività di ricerca nell’ambito dell’ingegneria avanzata e della scienza con particolare attenzione all’analisi e alla sintesi basata sull’ottimizzazione e alla progettazione di sistemi avanzati, architetture, metodologie, tecniche e dispositivi per comunicazioni wireless, rilevamento, localizzazione , monitoraggio e trasferimento di energia applicati alla trasmissione di informazioni, energia, città intelligenti e ambiente, ingegneria civile e protezione, gestione delle situazioni di emergenza, agricoltura di precisione, biomedicina e internet senza fili; all’interno delle attività svolte da ELEDIA, tra il 2011 e il 2017, si nota il progetto MARGINE, il quale, come si apprende dal sito (http://www.eledia.org/showcase/margine/), si è proposto originariamente come rilevazione degli attraversamenti e come soluzione al problema di assuefazione alla segnaletica stradale statica. Tipicamente l’attenzione alla segnaletica si riduce con il passare del tempo e con la continua esposizione alla stessa, anche nel caso di segnaletica luminosa che nella maggior parte dei casi viene attivata quando un automobilista si trova nelle vicinanze del cartello. Nella fase iniziale era stato quindi pensato per consentire l’interazione con la segnaletica stradale luminosa, permettendo la diversificazione del segnale rappresentato in base all’evento rilevato, ad esempio: segnale fisso in caso di pericolo imminente, segnale lampeggiante in caso di ridotto pericolo di attraversamento stradale, segnale spento in assenza di rilevazione di movimenti nell’area monitorata. Successivamente, per l’impossibilità di monitorare simultaneamente l’intera rete stradale e per il rischio di incorrere in problemi nella gestione dei servizi, è emersa la possibilità di utilizzare la tecnologia per finalità diverse;

la sperimentazione si è sviluppata su tre fasi: scouting per la scelta degli strumenti e dei sensori da utilizzare (sono stati esclusi i sensori basati su tecnologia ultrasuoni e infrarosso ed è stata individuata la tecnologia radar); costruzione del prototipo utilizzabile (palina di plastica che integra radar, batteria, circuito integrato e pannello fotovoltaico e da utilizzare a bordo strada) dal costo unitario di circa 100 Euro; verifica della funzionalità in un tratto di strada di 300 metri tra Predazzo e Cavalese (fonte: http://www.eledia.org/showcase/margine/test-sites.xhtml); i test con una telecamera sulla strada hanno dimostrato di avere un numero ridotto di falsi negativi e il che depone a favore del corretto funzionamento del sistema. In particolare si prevede l’impiego di un dispositivo radar Doppler dal costo di poche decine di euro, il quale permette di acquisire informazioni su velocità, distanza dell’oggetto e tipologia o direzione di movimento. I dati finali sui circa 15 mesi di rilevamenti hanno dimostrato un successo di circa l’80% degli attraversamenti correttamente rilevati e hanno permesso un utile aggiornamento del software utilizzato per l’elaborazione dei dati impiegando una quantità di energia minima, ottenuta tramite un piccolo pannello fotovoltaico applicato alla palina che ne garantisce l’autonomia energetica; il potenziale derivante dallo sviluppo e dall’utilizzo di questa tecnologia è notevole, sia per via dell’attenzione e dei buoni effetti sulla tutela della fauna e della salute pubblica sia in termini di programmazione e progettazione strategica per la raccolta dei dati sugli attraversamenti reali (non solo quelli rilevati dalle comunicazioni sugli investimenti) al fine di aggiornare le mappe di rischio, senza contare la probabile buona ricaduta d’immagine che l’implementazione di queste pratiche virtuose potrebbe ingenerare a favore del Trentino;

l’utilizzo della tecnologia sviluppata da Margine permetterebbe di aggiornare e di arricchire i contenuti della mappa di rischio derivante dagli attraversamenti non solo in funzione del numero degli incidenti ma anche del numero degli attraversamenti senza conseguenza che avvengono nelle strade meno trafficate. Un adeguamento delle mappe in tale direzione consentirebbe di impiegare misure di prevenzione e informazione da parte del Servizio Gestione Strade più efficaci e mirate da aggiungere alla segnaletica al fine di ridurre gli incidenti e di conseguenza i danni alla fauna selvatica e agli umani;

il Consiglio della Provincia autonoma di Trento impegna il Presidente della Provincia e la Giunta provinciale a rafforzare la divulgazione delle informazioni nei confronti di automobilisti e camionisti sulle procedure di avviso e comunicazione alle strutture competenti in ordine agli investimenti di fauna selvatica di tutte le taglie;

ad ampliare l’informazione con riferimento agli investimenti della fauna selvatica per favorire comportamenti virtuosi dei conducenti di tutti i tipi di veicoli, anche attraverso la previsione di opportuni moduli formativi nei corsi di scuola guida;

a valutare l’ingegnerizzazione nonché l’applicazione a rotazione sull’intero territorio provinciale della tecnologia sviluppata dai ricercatori del Dipartimento di Ingegneria e Scienza dell’Informazione dell’Università di Trento nell’ambito del progetto MARGINE allo scopo di rilevare i dati reali relativi agli attraversamenti di fauna selvatica sulle strade provinciali e di aggiornare in maniera adeguata le mappe di rischio e le conseguenti misure di prevenzione;

Cons. prov. Alex Marini e Cons. prov. Filippo Degasperi

 

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