San Martino sarà per la terza volta sede di arrivo del Giro, dopo le tappe del 1982 (nel secondo Giro vinto da Bernard Hinault, successo di tappa dello spagnolo Vicente Belda) e del 2009, quando a imporsi fu Stefano Garzelli nel Giro vinto dall’abruzzese Danilo Di Luca, poi privato del successo, a favore del russo Dennis Menchov, in seguito alla sua prima squalifica per doping.Innumerevoli le volte che hanno registrato il passaggio del Giro d’Italia sul Passo Manghen, storico valico tra Valsugana e Val di Fiemme. Tra le tante ricordiamo quella del Giro d’Italia del 1976 nella tappa partita da Vigo di Fassa che si sarebbe conclusa alle Terme di Comano. Dal passo (prima delle due asperità di giornata) scollinarono in testa Francesco Moser e Roberto Poggiali. Obiettivo del tandem della Sanson attaccare la maglia rosa De Muynck (il belga aveva sfilato la rosa a Gimondi il giorno prima al Gardeccia). Da abile discesista, Moser, creò il vuoto. Il tandem della Sanson percorse l’intero tratto della Valsugana improvvisando una cronometro a coppie. Non sufficiente, però, per contrapporsi al ritorno degli inseguitori. L’ultimo passaggio del Giro risale al 25 maggio 2012 nel corso della tappa da Treviso all’Alpe di Pampeago vinta dal ceco Roman Kreuziger davanti al canadese Ryder Hesjedal che due giorni dopo, nella cronometro finale, si sarebbe aggiudicato il Giro con 16 secondi di vantaggio sullo spagnolo Joaquim Rodriguez.
Il Passo Rolle è stato il primo passo dolomitico ad essere affrontato dal Giro d’Italia. Era il 1937 quando questa salita venne percorsa dai protagonisti della corsa rosa vinta da Gino Bartali. Fu proprio il campione toscano a scollinare davanti a tutti. A ricordo di quel primo passaggio è stata realizzata in vetta al Rolle un’opera d’arte svelata, nell’estate di cinque anni fa durante la Dolomiti Alpina Vintage, alla presenza di Andrea Bartali, figlio di Gino. “Dire che sono emozionato è dire poco – aveva osservato – perché la memoria mi riporta indietro di molti anni quando, assieme a mio papà, percorsi in automobile la salita del Rolle. Per tutta la salita era stato in silenzio perché questa strada gli ricordava molte cose: tanti episodi, tanta fatica ma anche tante soddisfazioni”. L’opera è frutto dell’inventiva artistica di Guido Merzliak e Umberto Rigotti.
Nel 1962, in una edizione del Giro condizionata dalle nevicate durante le tappe dolomitiche, patron Vincenzo Torriani fu costretto a interrompere la tappa da Belluno a Moena proprio sul Passo Rolle, per la troppa neve caduta.