L’estate post lock down causa Covid-19 tra gioie e dolori, con prospettive primaverili allarmanti. Il calo indubbiamente c’è stato, ma l’affluenza, in certi periodi, era sopra le aspettative, soprattutto nei fine settimana. Ne abbiamo parlato con il presidente dell’ApT Antonio Stompanato.
Com’è andata l’estate?
“Anche se non è ancora possibile avere il quadro completo della stagione estiva, in quanto i dati di settembre non sono ancora consolidati, arrivi e presenze registrati dal mese di giugno a quello di agosto risultano con percentuali di calo in linea con quelli delle altre località di montagna del Trentino. In questi primi tre mesi estivi si è infatti registrato un -20% di arrivi e -23% di presenze per quanto riguarda il mercato italiano, mentre se prendiamo come riferimento i mercati stranieri, a causa delle note restrizioni legate alla pandemia da Covid 19, si arriva purtroppo ad un 70% di arrivi in meno da oltre confine, con un calo di presenze straniere che si attesta al -77%. Se gli olandesi non hanno rinunciato alle vacanze in quota, tornando a visitare i rifugi alpini dell’Altopiano delle Pale, attirati soprattutto dalle proposte Dolomiti Palaronda Trek e ferrata, a mancare in toto sono stati ad esempio gli americani, che da qualche anno percorrevano il territorio in quota attraverso l’Alta Via n° 2 delle Dolomiti o sceglievano la nostra località per partecipare ai corsi formativi della Music Academy International di New York, organizzati dal borgo di Mezzano. La lettura unitaria di questi dati ci porta a registrare per ora, nel complessivo, un calo di arrivi e presenze intorno al 25%. Si tratta di dati certamente molto diversi da quelli delle stagioni pre-Covid, ma che comunque risultano apprezzabili se consideriamo gli scenari ben più catastrofici che venivano ipotizzati durante la delicata Fase 2”.
Anche il tipo di vacanza è cambiato?
“Sì. Dopo un giugno pressoché inesistente, a causa delle aperture ritardate di strutture e impianti di risalita, il mese di luglio ha mostrato la tendenza da parte degli ospiti ad organizzare vacanze di breve durata, concentrate soprattutto nei fine settimana, visto che i periodi di ferie erano stati anticipati obbligatoriamente nel periodo del lockdown. Per fortuna il mese di agosto ha regalato una boccata di ossigeno importante, tanto da far segnare per il comparto alberghiero addirittura un incremento dell’1% negli arrivi e un calo per quanto riguarda le presenze limitato all’8%, in parte comunque previsto a causa della chiusura di alcune strutture ricettive su San Martino di Castrozza gestite da grosse catene commerciali caratterizzate da una capacità ricettiva importante.”
E per quanto riguarda l’extralberghiero?
“Per l’extralberghiero, ed in particolare gli alloggi ad uso turistico, il trend è stato da subito evidentemente positivo, grazie al ritorno di molti ospiti abituali ma anche di molti turisti che hanno scelto le Valli di Primiero e Vanoi per la prima volta, privilegiando appunto la soluzione in appartamenti privati. Su settembre il feedback degli operatori è stato comunque positivo, con flussi legati anche in questo caso ai weekend.”
Quale futuro ci attende?
“Il futuro? In attesa dei dati definitivi, in queste settimane ci siamo messi al lavoro per confrontarci con tutti gli attori coinvolti nel prodotto invernale. Con l’inverno alle porte attendiamo il varo dei tanto attesi protocolli provinciali, in modo da avere gli strumenti necessari per poter compiere i prossimi passi ed elaborare un’offerta che metta al primo posto la sicurezza. Siamo consapevoli che in inverno i numeri degli ospiti stranieri pesano maggiormente sul totale del nostro ambito turistico e risultano fondamentali soprattutto in alcuni periodi che tradizionalmente vengono meno scelti dalle famiglie italiani (da dopo Sant’ambrogio a Natale e il mese di gennaio); per questo motivo ApT si sta confrontando in maniera assidua con Trentino Marketing per mettere appunto assieme una strategia valida per mantenere costanti rapporti di confronto e interscambio con i principali player dei paesi dell’est europa e non solo che negli ultimi anni hanno trainato i numeri dell’inverno, in particolare sul tema sci. Sul fronte del prodotto turistico, come già fatto per l’estate, lo sforzo che principale ApT metterà in campo sarà quello di stimolare e coordinare gli operatori locali affinché la destinazione possa proporre un’offerta organizzata, vicina alle esigenze degli ospiti e rispettosa delle norme di sicurezza che ci accompagneranno presumibilmente anche durante tutta la stagione invernale.”
In cosa si tradurrà?
“Se necessario, in alcuni casi anche in investimenti maggiori, ad esempio sul tema della mobilità turistica per il potenziamento dei mezzi per il servizio skibus, o in altri nel ripensamento di alcuni modelli di comportamento, come ad esempio l’acquisto in loco dei servizi necessari alla vacanza sulla neve (ad esempio lo skipass, la scuola sci e i noleggi dell’attrezzatura) che dovrà avvenire sempre più online attraverso modalità che garantiscano di evitare assembramenti nei vari punti di riferimento dei fornitori locali, e risposte adeguate al turista in termini di semplificazione e personalizzazione dell’esperienza. Sono già state abbozzate nuove soluzioni, ma si deve attendere la pubblicazione dei protocolli prima di mettere in pista le soluzioni operative.” a cura di Manuela Crepaz