In una lettera del 22 marzo us indirizzata a Fugatti e Tonina,il Sindaco di Primiero San Martino Daniele Depaoli prende una netta posizione riguardo ad un emendamento proposto dal Vice Presidente della Pat e Assessore all’urbanistica, ambiente e cooperazione ed energia Mario Tonina. Una lettera inusuale in cui si stigmatizzala la mancata regolarizzazione delle scadenze, da parte della Provincia, sulle derivazioni a scopo idroelettrico. Sono due le derivazioni che interessano il Primiero in capo ad Acsm Primiero in esercizio provvisorio che rischiano la decurtazione di 10 anni di concessione. In Valle l’emendamento proposto dal Vice-Presidente Tonina, ha suscitato sconcerto per la disparità di trattamento fra consorzi e la municipalizzata, taluni ravvedono un sottile colpo di mano della politica per espropriare i Comuni della risorsa idroelettrica gestita da oltre 100 anni, per conto dei Comuni, dalla Municipalizzata di Primiero che nei prossimi anni potrebbe essere fagocitata in società energetiche provinciali.
Questo il testo della lettera del Sindaco di Primiero San Martino che riguarda un emendamento al Disegno di Legge 19 gennaio 2021,n.81 Misure di semplificazione e razionalizzazione in materia di territorio, ambiente e contratti pubblici le relative concessioni. Scrive Il Sindaco Depaoli: “Nel territorio di Primiero insistono due centrali che vengono interessate dall'emendamento in oggetto (entrambe di proprietà interamente pubblica); le relative concessioni sono scadute nel 2010 (erano grandi derivazioni ma è stato previsto l'aumento dei rilasci appunto per rientrare nelle medie derivazioni, ed avere così la naturale scadenza a 30 anni, quindi nel 2040).
Nonostante le continue richieste di regolarizzare la concessione da parte della società a capitale interamente pubblico proprietaria delle centrali, A.C.S.M. S.p.A., la PAT ha concesso un esercizio provvisorio, senza scadenza, tutt’oggi in corso. Appare chiaro che se l'iter avesse avuto un decorso nella norma, la concessione sarebbe stata rilasciata per 30 anni dalla scadenza, e quindi fino al 2040.
Con l’emendamento proposto dall'assessore Tonina, invece, la scadenza di queste concessioni ricadrebbe nel comma 1) punto c) dell'articolo emendato, ed andrebbe quindi al 2030 poiché non rientranti nella casistica della VIA.
Appare chiaro che ci sarebbero quindi 10 anni in meno di concessione, solo perché la PAT per 11 anni non ha mai formalizzato la nuova concessione, che avrebbe portato la scadenza al 2040, creando quindi un grande danno per le centrali dei nostri Comuni e non ultimo imponendo un approccio attendista nei confronti di nuovi investimenti forieri di importanti ricadute economico-sociali sui territori di competenza, visto il perdurare dell’incertezza a livello normativo.
Si è quindi da più parti proposta (CAL, proposte alla terza commissione, emendamenti in consiglio, ecc.) una modifica all'art. 17.5, che permetterebbe alle nostre concessioni di arrivare almeno fino al 2040. AI momento questa ipotesi non sembra essere stata recepita.
Per superare parte di questi problemi, e in tutte le sedi opportune, è stata presentata anche un’altra proposta, che potrebbe riveIarsi ancora più efficace: l’art. 17.2, comma 3), esclude dalla gara le “concessioni di derivazioni per autoconsumo, quelle sugli acquedotti e quelle in capo alle cooperative elettriche storiche”, si è chiesto quindi che possano essere aggiunte a questo articolo anche le municipalizzate ed ex municipalizzate storiche, che non differiscono dalle cooperative elettriche in base a storicità, socialità degli investimenti fatti negli anni passati sulle centrali e, non ultimo, nella caratteristica di generazione elettrica per l’autoconsumo sui territori dove esse operano. Elemento quest'ultimo dimostrabile in maniera inconfutabile.
Vengono infatti escluse dall'obbligo di gara le concessioni in capo ai consorzi elettrici Cedis di Storo e Ceis di Stenico, entrambi di territorio giudicariese come l’assessore proponente l'emendamento, il quale in passato è stato anche presidente proprio del Ceis di Stenico.
Mi chiedo, scrive il Sindaco Depaoli, che differenza ci possa essere tra questi consorzi elettrici e la nostra municipalizzata, nata più di 100 anni fa grazie ai sacrifici dei nostri avi, ed ora in procinto di essere spazzata via, con un emendamento iniquo, sia ideologicamente che soprattutto territorialmente.
Scrivo a Lei Presidente, non tanto per la grande disponibilità da sempre dimostrata verso il nostro territorio, ma per avere la garanzia che tutti i territori trentini siano trattati allo stesso modo, senza figli e figliastri, visto che, nostro malgrado, non abbiamo nessuno a rappresentarci in giunta o in consiglio provinciale.
Qualora la proposta, fatta dal CAL alla commissione e presente in altri emendamenti che discuterete in aula, non venisse accolta, I'amministrazione che rappresento si vedrà costretta a dare mandato ad ACSM di impugnare questa norma che riteniamo priva di qualunque criterio oggettivo, tecnico, giuridico-legale e che va contro la tutela dei territori dove le municipalizzate da sempre operano generando ricadute e servizi di fondamentale importanza.” Conclude nella lettera il Sindaco di Primiero San Martino Daniele Depaoli.