Volendo ampliare un po' il campo alla ricerca di coloro che ormai nel secolo scorso hanno lasciato il paese per tentar fortuna, dagli archivi come quello di Ellis Island possiamo ricavare, inserendo anche solo un cognome, i nomi dei migranti e la loro provenienza - spesso con buffe storpiature date dalla grafia, il nome della nave su cui viaggiavano e l'anno di arrivo in America: i risultati, le immagini di carte d'imbarco stropicciate dove i nostri antenati hanno riposto le speranze d'una vita, emozionano forse più di un moderno selfie, lasciandoci solo immaginare i pensieri e le paure di chi ha percorso quelle rotte e raggiunto, nei primi del Novecento luoghi tanto lontani da casa.
Nell'epoca di Facebook, dei dati sensibili svenduti, degli pseudonimi e degli scambi d'identità, una preziosa risorsa che potrebbe permetterci di ricostruire la storia della regione attraverso i cognomi, frutto manco a dirlo di anni di compilazioni e registrazioni, è online: si tratta di Nati in Trentino, un catalogo degli archivi parrocchiali trentini che raccoglie nomi e cognomi di più di un milione e trecentomila persone nate dal 1815 al 1923. Dai figli di immigrati a bimbi illegittimi, dai registri emergono cognomi ancor oggi molto presenti in regione, come Ferrari, Zeni, Lorenzi e Rossi, persino il singolo caso particolare Yang - oggi Jang, il bimbo nato da un uomo di Shanghai e una donna di Transacqua (Primiero) nel 1923.