12 Novembre
Pur essendo Primiero limitrofo del Veneto, antica patria della vite, nel passato lontano il vino è sempre scarseggiato anche perché a Pontet veniva daziato dall' Austria.
Bisognava consumare vino Trentino, ma il trasporto dalla Vallagarina o dalla Val d'Adige era costoso, anche dopo costruite le strade.
La classe dei signori, quella dei commercianti ed anche qualche benestante contadino lo avevano in casa , ma per tutti gli altri era ritenuto un lusso, anzi una medicina tonica, tant'è vero che a una donna che aveva partorito, il marito ne faceva dono di qualche fiasco, e gli invitati o parenti ne regalavano il giorno del battesimo.
Perfino per le nozze era piuttosto misurato.
Lentamente poi la situazione mutò e, specie dopo il 1915, il vino veneto e di altre regioni penetrò in Valle in abbondanza ed a prezzo modico.
Negli anni che precedettero la Prima Guerra Mondiale, a Mezzano ad un produttore di vino (il vecchio bortolini), il vino che faceva con l'uva trasportata dalla Vallagarina, veniva a costare 44 soldi al litro, mentre a Feltre costava 20 soldi.
In passato, c'era chi, dalle rare viti o pergole, piantate più per esperimento che per convinzione, ricavava un po' di brasca, mosto.
Da qui il famoso detto "mus da brasca" per indicare una persona con viso paonazzo da ubriacone.
Anche negli antichi statuti della comunità, del 1367. Era posto che in ciascuna regola della comunità, un giurato, avesse il compito si sovrintenedere il commercio del vino, di controllare le stadere e le bilance ed i pesi, che fossero conguagliati con quelle che erano presso il podestà ed in uso a Feltre.
Era anche suo compito vigilare a che "gli osti non mescolino vino con vino e vino con acqua". In quanto al prezzo del vino, questo veniva stabilito ogni anno alla festa di San Martino, l'11 novembre, e tale doveva rimanere fino all'anno successivo.una norma curiosa stabiliva che "nessuno possa uscire dall'osteria se non ha prima pagato il vino all'oste...e che l'oste sia tenuto a ricevere pegno da coloro che vogliono o bevono vino, e che il pegno sia il doppio del debito...".
12 Novembre 1408
Furono emanati da parte dei dinasti di Primiero particolari ordini per lo sfruttamento delle miniere di rame, piombo e ferro ma soprattutto dell'argento, nel Primiero.
Le prime miniere sfruttate sono quelle di Monte Arzon e Colsanto (rame), Giare Rosse in Canaleto (argento), alle quali poi se ne aggiunsero delle altre al punto che il 1400 può essere definito il secolo dell'argento.
Le principali miniere si trovavano nel Vanoi, la maggioranza degli occupati in queste miniere, cunicoli, forni e fusori proveniva dall' Austria e dalla Germania, l'afflusso dei canopi e di boscaioli tedeschi servì a cambiare l'aspetto della conca, nonchè a darle un'impronta caratteristica nella fusione di elementi eterogenei.
La popolazione locale svolgeva lavori di manovalanza come il trasporto dei materiali dagli sbocchi dei cunicoli e dei forni. È di questo periodo la costruzione del Palazzo delle Miniere o del Dazio nel borgo di Fiera, sede del giudice minerario (bergrichter) amministratore degli scavi, acque, boschi, che gestiva il potere attraverso ufficiali subalterni.
Nel 1450 fu iniziata la costruzione della chiesa arcipretale di Pieve, finita nel 1493, in un periodo che potremo definire di prosperità per la nostra gente.