12 Settembre 1909
Verso le 10 antimeridiane del 12 settembre 1909, certo G. Battista Loss di Mesalta di Imer, stava mietendo l'erba su un suo prato, sui Pecolet, quando un colpo d'aria gli sbuffo incontro un puzzo irresistibile. Suppose si trattasse di qualche animale morto e discese per il monte per scoprire dove la carogna fosse.
Attraverso i cespugli scorse i piedi di un uomo e spaventato corse subito ad avvertire certo Martino Taufer, che lavorava poco distante, proprietario del prato dove l'uomo morto giaceva, a raccontargli il caso. Insieme poi si avvicinarono e inorriditi si trovarono davanti agli avanzi di un cadavere più che putrefatto.
Da una parte, a circa mezzo metro, la testa tutta scarnata, un teschio; dall'altra la mascella inferiore pure scarnata. Dal collo della camicia l'estremità della colonna vertebrale che spuntava ancora essa puro osso.
Il resto una poltiglia di marciume.
Terrorizzati, fecero subito avvertire le autorità che subito accorsero sul luogo della macabra scoperta.
Dalla carta di richiamo trovato nella tasca della giacca, si potè identificare l'infelice.
Era certo Vittore Zanettel di Siror, sui 30 anni, arrivato da poco dalla Germania per presentarsi alle manovre.
La sua compagnia era a Canale e il giorno 17 del mese era partito da casa verso le ore 4 antimeridiane, per portarsi in quel luogo, prendendo ad Imer la scorciatoia del Pecolet.
La famiglia lo credeva consegnato, il militare lo riteneva refrattario, e solo dopo 25 giorni si venne a scoprire la miseranda sua fine.
Disgrazia o delitto?
Purtroppo molte circostanze escludono che si tratti di un infortunio. Si assicura che lo Zanetel avesse seco oltre 100 corone; certo è che a casa aveva messo nel suo portafoglio una nota da 50 corone. Ebbene non gli trovarono che corone 3, 69 ed un pezzo di 20 cent. di marca germanica.
Si dice che avesse un orologio, con catena d'argento e non si trovò che l'orologio, e precisamente nella tasca dei pantaloni. Il fardello che portava a seco ed il cappello vennero trovati sul versante a mattina di un piccolo colle, mentre il cadavere si trovava di là circa 40 metri più sotto e quasi nascosto sotto la sporgenza di una roccia, dove si ritiene generalmente che non avrebbe potuto arrivare se fosse caduto da dove si trovarono cappello e fardello. Il braccio sinistro lo aveva fuori dalla giacca, questa è il gilet sbottonati e svoltati da lasciar vedere le carte che teneva nella tasca interna. Oltre al cappello e all'involto si è trovato là in prossimità anche un coltello aperto a serramanico, non si sa se dell'aggressore per colpire o della vittima per difendersi. Infine lo Zanetel era un giovane di ottima condotta, serio e sobrio.
Le autorità sono in moto e si vocifera che si abbiano già dei gravi indizi a carico di un individuo non di qui. Il paese è impressionato ed è generale l'augurio che se vi fu delitto, si scopra l'assassino.
Tratto dal giornale l'Alto Adige 14/09/1909
12 Settembre 1999
Settembre 1999 Dopo aver conquistato cinque vette nel gruppo del Blinciek, in Cina occidentale, e dopo aver esplorato le carovaniere che collegano il Turkestan con il Tibet, sta rientrando in Italia la spedizione “Kun Lun ‘99” della quale fanno parte anche le guide alpine di San Martino di Castrozza Renzo e Giacomo Corona e Rocco Romagna. La spedizione si è caratterizzata per la forte connotazione esplorativa. Il gruppo, infatti, si è spinto in aree disabitate, poco conosciute dai locali e probabilmente mai raggiunte da occidentali. Numerosi gli obiettivi raggiunti. Il 12 settembre è stata scalata per la prima volta, dopo 9 ore, la cima più alta del gruppo Bilinciek (6.050 m.), il 14 e 15 settembre è stato trovato e raggiunto un passo a 5.500 metri che permette il passaggio tra lo Xingiang ed il Tibet, l’unico valico transitabile da persone e yak per centinaia di chilometri. L’ 8 e il 15 settembre, divisi in cordate separate, sono state scalate tre tra le più significative montagne della valle del Karanggutagg.