13 Settembre 1849
Nasce a Imer Clotilde Micheli, da Domenico e Maria Orsingher, fondatrice dell'ordine delle Suore degli Angeli.
Fin da giovanissima praticò la preghiera, cui dedicava parte della notte, e la penitenza.
La sua storia ebbe inizio il 31 maggio 1867, quando la sorella minore di Clotilde, Fortunata, "vide" la Madonna circondata dagli Angeli, che le diceva di riferire alla sorella che essa avrebbe dovuto fondare un nuovo istituto di suore, con il nome appunto di "Suore degli Angeli". Clotilde stessa, nell'agosto successivo, mentre era nella mededima chiesa, ebbe un'analoga "visione". Nel 1891 a Caserta, con l'approvazione del vescovo, fonda l'istituto delle Suore degli Angeli.
Nel 1936 papa Pio XI approva la congregazione e i suoi statuti ed il governo italiano concede il riconoscimento giuridico.
Il 2 luglio 1941 l'osservatore romano sotto il titolo "Un cinquantenario d'una istituzione" ricordò l'opera della fondatrice.
La congregazione nel 1941 annoverava sessanta case, distribuite, a Udine, Napoli sede centrale, Benevento, Avellino, Campobasso, Salerno, Lecce, Ragusa.
La Seconda Guerra Mondiale distrusse alcune di queste case.
Le Suore degli Angeli, adoratrici della ss. Trinità ora sono oltre 400 e lavorano soprattutto in Italia Meridionale, ma hanno case anche a Roma e in provincia di Pordenone, e due missioni nel nord-est del Brasile.
Si occupano soprattutto dell'educazione della gioventù, nelle scuole e negli istituti educativo - assistenziali; si occupano inoltre degli ammalati e della catechesi nelle parrocchie.
Suor Maria Serafina del Sacro Cuore fu una donna straordinariamente umile.
Trascorse gli ultimi sei anni della sua vita a Faicchio (Benevento), dove aveva adattato a casa madre e noviziato, un vecchio convento dedicato alla Madonna del Carmine.
Pur sofferente continuò a lavorare, pregare e digiunare.
Suor Clotilde Micheli morì il 24 marzo 1911. Resta una verità che la fondatrice ebbe a dire nella sua ultima malattia: quando lei fosse morta l'istituto si sarebbe affermato, come avvenne.
Nella seconda metà del secolo scorso, a San Martino di Castrozza si stava sviluppando un movimento turistico favorito in modo particolare dalla pubblicità fatta dagli alpinisti inglesi, francesi e germanici che ne avevano tessuto le lodi, un po' in tutta Europa.
Come conseguenza si ebbe un progressivo sviluppo alberghiero a San Martino.
Il vecchio ospizio osteria, ormai da parecchi anni, non funzionava più come nei tempi andati, quando la locazione regolare stabiliva gli obblighi del conduttore dell'ospizio.
In essa si stabilivano i criteri principali: "passando ivi passeggeri o pellegrini che addimandino l'elemosina per l'amor di Dio o che volessero alloggiare, gli sarà dato pane, formaggio o minestra et anco l'alloggio conforme alla condizione delle persone, trattando essi con amorevolezza e carità. E se ad esso locatore sarà lasciato ivi pane, farina o altra roba da dispensare ai poveri, usar voglia ogni fedeltà nel distribuirla; e occorrendo che passasse qualche povero che, per aiuto, avesse bisogno di una trincea di vino, possi dargliela; e similmente, passando o transitando qualche infermo foresto o povero, l'accetterà facendolo governare diligentemente con carni, polli e conforme al bisogno; nel qual caso avviserà affine si possa anche somministrare quanto fosse necessario per la salute di tal povero infermo". Si capisce da ciò come il compito precipuo dell'ospizio fosse quello di dar aiuto ed appoggio a tutti i passanti di qualsiasi condizione, nonché a tutti i pecorai che guidavano ai pascoli montani il loro gregge.
Si trattava in fondo di disposizioni generiche le quali venivano osservate da tutti gli ospizi sparsi nelle Alpi.
Ma, agli inizi del secolo XIX l'osteria ospizio di San Martino aveva perduto gran parte della sua importanza.
Verso il 1828 il governo aveva stabilito che i proventi ricavati dall'esercizio venissero devoluti a favore delle scuole elementari del distretto.
Ma verso il 1870 i suggerimenti dati da alcuni alpinisti all'amministratore Leopoldo ben portarono ad una svolta decisiva con la costruzione di un nuovo Albergo Alpino che iniziò la sua attività nel 1873 per favorire l'alpinismo ed ancor più il soggiorno estivo in una zona ormai diventata di moda.