13 Luglio
Indubbiamente la manifestazione sportiva più interessante del nostro passato era "na partida al balon su la piaza de Medan", (una partita a pallone sulla piazza di Mezzano) che allora era la più ampia della Valle, certo più importante del "dogo dela bala" (il gioco alla palla) che veniva praticato sulla strada principale di Fiera, dove la palla veniva lanciata sui tetti e si attendeva che rotolasse giù all'improvviso.
El balon, il pallone, di quei tempi non di deve confondere con il calcio, era un gioco tutto diverso, precursore piuttosto del tamburello o della palla a volo.
Il pallone aveva le proporzioni di una palla comune, infatti era formato da una vescica gonfiata e rivestita di gaveta per arrotondarla a guisa di gomitolo e fino a pesare i regolamentari 175 grammi.
La batuda e la rimesa venivano eseguite col pugno destro che era protetto dal brazal o pugnal, un bracciale cubico di legno con impugnatura interna, esternamente lavorato a piccole punte piramidali cioè "a diamante". Il pallone doveva superare il filo teso a metà del campo e non sconfinare lateralmente.
Il "battitore", scendendo da una specie di pedana, doveva colpirlo al volo dopo che era stato lanciato dal "mandarino", che ne teneva sempre alcuni in riserva in un secchio d'acqua.
Trenta a la batuda e aria a la rimesa grida el stileta cioè l'arbitro, e ciò significava due palle vinte per il "battiore" a cui ne mancavano ancora due per fare un "gioco" detto dogo o caza, mentre la rimessa era ancora a zero.
Questa competizione suscitò vere e proprie passioni e lo dimostra lo storico episodio del bosco del "tase", in quel di Mezzano, fin dai tempi antichi però, proprietà del comune di Canale.
I canalini venuti a trattative con quelli di Mezzano per poter fare una partita a la bala o balon sulla piazza di Mezzano, il giorno della sagra del Carmine, che si svolge in luglio, trovarono delle resistenze, infatti il bosco del tase era come una spina conficcata nella proprietà del loro comune e, astutamente "presero la palla al balzo" per tentare di estrarla.
Erano pronti a concedere il permesso anche perpetuo per le sagre future, ma volevano quel bosco, e lo chiesero.
Alla fine gli abitanti di Canale, appassionati del gioco e stanchi della lunga discussione, esclamarono: "po ben, fon come che ole, tolevelo e tase" ovvero "faremo come volete voi, prendetevi il bosco, e state zitti!". Quelli di Mezzano però, dovettero osservare il diritto acquisito dai Canalini di poter disputare la partita che ormai, soprattutto per ragioni di traffico, non si gioca più da molti anni.
Dalla frase di quella famosa cessione del bosco, si ebbe il nome di "tase", dove esiste un borro chiamato "el boal de le partide".
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A metà di luglio Mezzano celebra la sua sagra grandiosa del Carmine. Essa ha risonanza per tutta la vallata ed è un giorno da tutti atteso, ma forse ora non ha più la serena poesia di un tempo.
Allora tutti i contadini erano sparsi sui monti per la fienagione, ma nei giorni precendenti la sagra le massaie scendevano a fare la pulizia generale della casa, come a Pasqua. Non c’era acqua in casa e le fontane venivano prese d’assalto: si portavano là vetri, scansie, tutta la batteria di cucina e alla fine al bel sole di luglio, luccicavano rami e ottoni, allineati sugli steccati, dopo l’ultima risciacquatura. Intanto le sarte si accanivano intorno ai grembiuli multicolori, sognati per la sagra da bimbe e fanciulle e le padrone di casa stendevano la sfoglia (pasta sottile) sulla spianatoia (panèr) per il dolce tradizionale, “i crostoli” che poi si accatastavano croccanti e inzuccherati in larghe ceste.
Anche nella chiesa secchie e secchie di acqua avevano tutto lavato e reso lucente, e la mattina del sabato veniva levata dalla nicchia la statua della Vergine e posta su un trono in capo alla navata centrale, tra ceri e fiori. Dal campanile intanto si spandevano per l’aria le note allegre del campanò. Allora sui monti tutti i falciatori chiudevano le “casere” e scendevano giulivi. Il paese si animava. Arrivavano i rivenduglioli; c’era dappertutto un’aria di attesa.
Il mattino seguente, ancora presto, tutto il paese era in chiesa. All’uscita poi già la piazza rigurgitava di gente. I venditori erano ormai al loro posto. Ma quali venditori! Povera gente giunta dal Bellunese con carri e carretti carichi di frutta primaticce e lunghe trecce di grosse cipolle. E poi ambulanti con ceste, gerle e cassettine colme di certe buone cose che i ragazzi di oggi non degnerebbero neppure di uno sguardo, ma che per quelli di allora rappresentavano un’ora di felicità:c’erano paste brune spalmate di patina bianca, c’erano i mirtilli che una vecchia vendeva a un soldo il bicchiere, insieme con delle ciambelline da lei confezionate. Una macchietta di vecchio vendeva galletti di terracotta, a cui soffiando nella coda si faceva emettere un fischio da turarsi gli orecchi. Non mancava l’intramontabile omino delle “fortune” e quello delle spille a catenelle da cinque soldi. Si notava anche qualche bancarella d’importanza, come quella degli scampoli e l’altra delle falci, coltelli, ecc.
13 Luglio 1905
A Fiera di Primiero albergatori, imprenditori e rappresentanti di altre categorie fondano la "Società d'Abbellimento e per l'Incremento dei Forestieri". Lo statuto venne inviato al capitanato distrettuale e al comune di Fiera per l'approvazione.
Solo in autunno (il 3 novembre 1905) la luogotenenza di Innsbruck approverà la costituzione della società che in pratica inizierà la sua attività nel 1906. La Società di Abbellimento e per l'Incremento dei Forestieri operò per vent'anni, dal 1905 al 1925, con un'interruzione nel periodo della Prima Guerra Mondiale.
Le prime richieste di informazioni riguardanti alberghi e pensioni della zona giunsero da Trieste, Treviso, Venezia, Rovigo.
La prima richiesta in assoluto pervenne in data 11 giugno 1906 da parte dei fratelli Vassili di Trieste.
I primi articoli propagandistici di Primiero vengono pubblicati in luglio e agosto 1906 sulla Gazzetta di Venezia e dell'Adriatico.
La Società di Abbellimento e per l'Incremento dei Forestieri si attivò anche per far cambiare l'orario dei treni sul tratto Trento/ Tezze e l'orario di partenza delle carrozze della messaggeria da Tezze a Primiero per agevolare l'afflusso di turisti in Valle.