18 Novembre 1853
Il fatto di Fedai: così come è stato tramandato dalla tradizione, narra che nella notte del 17 novembre il curato di Mezzano don Antonio Zanghellini, lascia la canonica in compagnia di Antonio Loss, in servizio presso casa Piazza,e si avvia verso loc.
Fedai, in Val Noana.
Il motivo del viaggio, secondo don Zanghellini, un forestiero sperduto sta per morire ed ha chiesto i conforti religiosi.
Poco prima di Fedai il prete abbandona il suo accompagnatore e si reca al luogo stabilito.
Al suo ritorno il Loss incuriosito ed impaurito dice di aver visto due uomini con un fardello in spalla, il curato afferma trattarsi del forestiero, il quale era morto e veniva trasportato dai compagni verso le Vette Feltrine.
Il giorno seguente la notizia si sparge in tutta la Valle e suscita tanto scalpore che il pretore Michele Angelo Negrelli, zio di don Zanghellini, scriverà al capo comune di Mezzano affinchè vengano organizzate ricerche per ritrovare "l'incongito cadavere", promettendo 10 fiorini al rinvenitore.
Ma il cadavere non si trovò. La verità ben presto venne a galla.
Don Zanghellini era un mazziniano e quella notte si era incontrato con alcuni patrioti; tra cui il Conte Onigo di Venezia, per parlare della riscossa nazionale, e per studiare come collocare anche a Primiero delle cedole del prestito mazziniano.
Le ricerche continueranno senza esito, tanto che la polizia austriaca, che conosceva i trascorsi politici del curato, intimò a don Zanghellini di lasciare Mezzano.
Il primo gennaio 1854 partì per Feltre e quindi per Rovigo.
La famiglia Negrelli per questo fatto subì numerose penalità, tra cui il trasferimento dello zio, Angelo Michele Negrelli, pretore a Mori.
Nel 1878 don Antonio Zanghellini morì a Feltre, dove lasciò numerosi scritti e studi storico-critici.