22 Agosto 1435
Lunghe e frequenti furono in passato le controversie tra la camera di Innsbruck, i dinasti di Primiero, il vescovo di Feltre e la popolazione, per i diritti delle giurisdizione e per la suddivisione dei boschi erariali e feudali.
Quella che però ebbe ripercussioni più vaste fu contro il vescovo di Feltre; gli uomini di Primiero non volevano riconoscergli i diritti su lacune montagne; cercarono anzi di rifiutare il pagamento del censo annuale di 400 lire annue, col pretesto che all'epoca lontana alla quale risalivano i loro obblighi le condizioni politico-amministrative del loro paese, erano completamente mutate.
Il vescovo di Feltre, dopo aver tentato di indurre con le buone maniere a persuadere i marzoli perché adempissero i loro impegni, visto che era inutile, li scomunicò. L'interdetto fece una certa impressione sulla gente, ma non riuscì ad altro che ad acuire il contrasto.
I marzoli della comunità si raccolsero a Tonadico il 21 agosto 1435. Erano: Ser Zampetrus Johannis Teutonici per Tonadico, Ser Antonius Ciminus per Transacqua, Ormanico e Siror, Ser Georgius Johannis Fornerius per Mezzano, Ser Jacobus Michaelis per Imer e Canale.
Nominarono un loro procuratore e attore per trattare con Enrico de Scarampis, vescovo di Feltre, il quale aveva chiesto 1100 lire a titolo di anticipo sui suoi diritti.
Caso mai le trattative non avessero avuto buon esito, l'incaricato doveva ricorrere direttamente al papa o al concilio di Basilea o all'Imperatore.
Il concilio incaricò così il vicario generale spirituale di Bressanone, di sentire i testimoni e di risolvere poi la questione.
I Primierotti si dolsero presso costui di essere stati scomunicati a torto e di aver subito diverse altre angherie.
Fu tutto inutile, infatti furono condannati a continuare il loro annuo versamento di 400 "librae parmenses" al vescovo.
Rimasta soccombente in prima istanza, la comunità non si dette per vinta; i marzoli ripeterono le loro lagnanze e chiesero un giudizio d'appello.
Ma gli arbitri di questo non trovarono motivo per modificare la sentenza precedente.
Si tentò allora un secondo appello, poi si pubblicò la sentenza definitiva, con cui si condannava la comunità "a pagare il censo annuo ed a rifondere la spese di causa in 120 fiorini d'oro".
22 Agosto 1657
Nella prima metà del 1600 una delle miniere più attive a Primiero fu quella del Reganel , dalla quale si estraeva soprattutto il rame, e anche un poco di ferro.
Il periodo di maggiore produttività avvenne sotto la direzione dei fratelli MarcAntonio e Pietro Castagna, che erano riusciti anche ad assicurarsi i diritti di sfruttamento dei giacimenti minerari nell'ambito del Tesino.
A loro si deve il merito della ripresa di una produzione complessa, che superò quella del secolo precedente