9 Gennaio 1606
L'officiale banditore G. Pietro Simeone sulla piazza del mercato di Fiera proclama, per conto del barone Sigismondo di Welsperg, le tariffe, relative ai prezzi e al peso, da applicare per il commercio del frumento, della segale e dell'olio.
9 Gennaio 1977
La sera di questo giorno si spegne in una cameretta della casa di riposo di Canal San Bovo, in silenzio e in solitudine, tranquillamente come era vissuto, Toni "Minga" una delle figure caratteristiche del paese. L'appellativo di Minga gli era stato dato dalla gente del luogo, per il fatto che ogni qualvolta gli si offriva qualcosa o gli si dava del denaro, che mai accettava, la sua risposta era "minga, Minga", nel suo italiano storpiato stava a significare "non occorre, non ce n'è bisogno...". Della sua vita si sa ben poco. Era nato a Thusis, in Svizzera, il 26 agosto 1898, da genitori emigrati da Ronco, Battista Valline e Stefani Cecilia. Pare che lì avesse lavorato per qualche tempo in una tipografia. Il 25 giugno del 1932 era giunto a Canale, accompagnato dalla madre, la quale più tardi aveva fatto ritorno in Svizzera. Toni, a causa della sua malattia mentale, che lo rese così diverso, fu ospite, dal 1935 al 1952 dell'ospedale di Pergine, da dove fu poi congedato e affidato alla comunità di Canale, dove rimase ininterrottamente per 25 anni. Non è facile descrivere in poche righe ciò che era e ciò che Toni rappresentava per la comunità di Canale. Toni Minga non chiedeva, non pretendeva, la sua era una preziosa e discreta presenza, per questo forse la gente provava nei suoi confronti un sincero affetto. Vestiva di stracci e non accettava i vestiti che gli venivano regalati, stessa cosa dicasi per i soldi che gli venivano offerti per i lavoretti che giornalmente eseguiva, per lui erano sempre troppi, "tutto era sempre troppo". Si esprimeva con un caratteristico linguaggio, in cui coniava musicalmente italiano, tedesco, francese e dialetto bergamasco, ma i verbi più usati furono sempre "risparmiare, lavorare". "Passava le sue giornate in estrema semplicità, sempre in cerca di qualche cosa da fare" così lo ricordava il parroco di Canal San Bovo nell'omelia della cerimonia funebre, "girovagava con un badile in mano cercando una palata di neve, o qualche immondizia da spostare... Di fronte a qualsiasi lavoro era sempre pronto, disponibile...". Toni Minga è stato anche questo e molte altre cose... Forse, come aveva concluso il parroco "è stato un segno, segno di contrasto a certi nostri modi di pensare, alla nostra vita...".