18 Agosto
1873 Leopoldo Ben, amministratore dei beni del Priorato, su suggerimento dell’inglese J. Ball e con l’aiuto dei conti Welsperg, costruì un albergo con 15 posti letto chiamato “Alpino”. Dieci anni dopo la conduzione passò ad Ermanno Panzer, il quale fu uno dei primi ad iniziare lo sviluppo alberghiero a San Martino, mettendo a frutto la sua ricca esperienza maturata in Francia, in Egitto ed in Italia. Nel 1887 l’Alpino, passò da 15 a 40 posti letto.1887 Su iniziativa di Vittorino Toffol fu ampliato l’ospizio osteria che fu trasformato in un accogliente albergo, chiamato Rosetta, con la capacità di 350 posti letto.
1889 Sull’altopiano delle Pale di San Martino ad opera della SAT venne eretto il Rifugio Rosetta.
1893 Considerato l’incremento turistico, dovuto anche all’apertura nel 1875 della strada di collegamento tra Predazzo e Primiero, Ermanno Panzer ampliò l’albergo Alpino che prese il nuovo nome di Hotel des Dolomites, che cominciò ad ospitare i primi clienti nel 1893. 1895 Toffol abbandona la gestione del Rosetta e costruisce l’Albergo Des Alpes. Ne segue l’esempio il fratello Giovanni, il quale prima costruisce un’osteria, che successivamente trasforma nel ristorante “Al Cimon della Pala” ed infine nell’Albergo Cimone.18 Agosto 1748
Meno lontane sono da noi queste orribili sciagure e più facilmente si trovano notizie scritte e particolareggiate. Veniamo a quella di circa 280 anni addietro, e cioè a quella del 1748 che trascinò, come afferma Ottone Brentari, fino a Ponte Serra quell’enorme masso a cui è poggiato il serraglio, ma che ora non si vede più. Fu un vero cataclisma luttuoso per Canal San Bovo, in quella povera Valle del Vanoi,che fu bersagliata da questi flagelli come nessuna nel Trentino. Lo descrive il parroco do Limana nell’Urbario conservato in canonica. Cerco di riassumere in breve: Si era in agosto e il tempo minacciava più del solito, neri nuvoloni vagavano a mezza montagna; udivasi in aria un fremito, che tutto prevedevano qualche rovina. La mattina della domenica precedente alla Festa del Patrono San Bartolomeo, e cioè il 18 agosto, il cielo era tutto scuro, di tratto in tratto tuoni e lampi, poi la pioggia dirotta, un vero diluvio per tutta la notte. Mentre ancor tutti dormono, improvvisamente si stacca dal Monte Rorre un’enorme frana con gran quantità di massi e di sabbia che assale il fianco a mattina di Canal di Sotto e fa immensa strage delle case, delle quali parte trascina seco, parte seppellisce. Poi il subbuglio alle grida di aiuto, la gente che accorre, che vede sparire fra i gorghi fangosi, i parenti, gli amici, senza alcuna possibilità di soccorso! Una notte tenebrosa, orrenda, solo i lampi aiutano i soccorritori che riescono a salvarne molti, ma “settantadue persone prima sepolte che morte”, furono trascinate giù per la valle, e trovarono la tomba chi sa in qual luogo. Un fanciullo di 7 anni, Domenico Paolini, trascinato con la casa dall’acqua, riuscì a salvarsi. Delle 72 vittime si rinvennero 54 cadaveri, 18 rimasero dispersi.