Dal 20 luglio sarà disponibile nelle librerie il nuovo libro
Diego Leoni che ritorna su quelle montagne,
che la Prima guerra mondiale aveva straziato, per ricostruire e
raccontare un’altra guerra, figliata dalla prima, ma di religione. La storia
inizia alla metà degli anni Trenta con il formarsi e l’affermarsi di una
piccola comunità di Testimoni di Geova in una sperduta valle del Trentino
orientale, ai confini con il Veneto, il Vanoi.
In quel tempo, un emigrante di ritorno dal Belgio portò a Zortèa, la frazione più alta di quella valle una Bibbia in traduzione italiana e la stampa dei Testimoni, iniziando la sua opera di proselitismo: di ispirazione profetico-messianica, iconoclasta e pacifista. Divenuta in breve numerosa, la comunità, non riconosciuta e costretta in una sorta di clandestinità, dovette subire tutte le ingiurie e le violenze di cui furono capaci, allora: la curia, il fascismo, le forze dell’ordine. Una delle tante storie di intolleranza politico-religiosa che costellarono quell’infausto ventennio – trascinandosi, poi, in età repubblicana –, osteggiate nel farsi e poi nel diventare narrazione. La vasta documentazione d’archivio e bibliografica s’intreccia con quella raccolta sul campo (scritta, orale, fotografica), i volti e la vita della gente.
Lo storico Quinto Antonelli ne ha scritto l’introduzione, mentre l’autore, Diego Leoni, insegnante e storico, ha fondato con altri e poi coordinato per più di trent’anni il lavoro di ricerca e divulgazione del Laboratorio di storia di Rovereto. Si è occupato, e si occupa, di memorialistica, cinema e fotografia; delle due guerre mondiali, di storia del lavoro, di montagna.